La tempesta perfetta

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by Chiedi alla Polvere

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Settembre 20, 2018

DOORS: “Riders on the storm” (1971)

Riders on the storm,/riders on the storm./Into this house we’re born,/into this world we’re throw,/like a dog without a bone,/an actor out on loan./Riders on the storm. – Cavalieri nella tempesta,/cavalieri nella tempesta./In questa casa siamo nati,/in questo mondo siano stati gettati,/come un cane senza un osso,un attore fuori ruolo./Cavalieri nella tempesta.

L’hotel Santa Cristiana di Marcelli, inaugurato nel 1967, fu la prima struttura turistica in Italia a diventare, era il 1985, un Club indipendente rispetto alle grandi catene del settore turistico. Nel pieno della stagione estiva riusciva ad attrarre una presenza giornaliera di 1200 turisti e durante la settimana di capodanno raggiungeva punte che arrivavano fino alle 800 presenze giornaliere, oltre a quelle che, annualmente, pure nei periodi di bassa stagione, lo popolavano per convegni e meeting, tanto che la struttura impiegava 100 dipendenti, con le logiche ricadute positive sul  territorio. La sua avventura cessa improvvisamente nell’ottobre 2009, dopo aver registrato l’ennesima affluenza record nell’estate di quell’anno. La causa fu l’acquisizione nel 2007 da parte del gruppo Lanari-Camiciola dell’intera area su cui sorgeva il Santa Cristiana, dopo aver ottenuto un prestito di circa 160 milioni di euro dall’allora Banca Marche. L’intenzione del costruttore, una volta trovata l’intesa con il Comune di Numana con la supervisione dell’Ente Parco del Conero, garante di un progetto edilizio in linea con le normative, era quella di creare un polo turistico-ricettivo, con un progetto che prevedeva 114 appartamenti di una metratura media 70 mq, di fatto configurabili come seconde case, oltre a sei negozi e un bar-ristorante inseriti in una struttura centrale a forma di barca. Di alberghi, però, nessuna traccia. Nel 2008 esplode in America la crisi dei subprime e l’iniziativa imprenditoriale viene ridimensionata, tanto che il progetto originario riduce a un terzo i metri cubi edificabili complessivi, pari a 123.00, prevedendo anche una diversa e più favorevole ricomposizione della percentuale turistico-alberghera, che scende dal 75% iniziale al 35%. L’iniziativa edilizia getta la maschera e prende sempre più il connotato di un intervento a marcata impronta turistico-residenziale. Il Comune di Numana e l’Ente Parco si accodano, ottenendo in cambio una diminuzione nell’altezza delle costruzioni, arginando la sconsiderata idea iniziale che prevedeva torri alte sette piani (peraltro a suo tempo accolta nel progetto originario) e avviando delle opere collaterali di sistemazione urbana nell’area di Numana a carico dell’impresa proponente. L’idea dell’impresa era quella di attendere il 2013 prima di avviare le opere, ma il progetto ebbe un’improvvisa accelerazione nel 2009. Si dà subito il via alla demolizione di quello che è da tutte le parti interessate (impresa, comune, Ente Parco) individuato come l’ecomostro del Santa Cristiana, che viene abbattuto nel tempo record di un mese scarso nel marzo 2010. La demolizione, però, risulta non effettuata con i dovuti permessi. Fortunatamente (per l’impresa) siamo in Italia e con un’autodenuncia e 516 euro di multa la giostra può continuare a girare. Intanto, però, si è costituito il “Comitato Cittadino Santa Cristiana”, sorto per vigilare i corretti adempimenti urbanistici della nuova iniziativa edilizia,  che, nella persona suo presidente, rende noto, ed ecco il primo inghippo, che il vuoto lasciato dalla vecchia piscina è stato riempito con tonnellate di plastiche, tubi e amianto. Viene posta sotto sequestro la sola area incriminata, ma ormai si è rotto il vaso di Pandora, tant’è che un’incauta operazione di spostamento di una cisterna contenente gasolio provoca uno sversamento nel terreno con conseguente creazione di un lago nero, quasi un contrappasso per la piscina malamente interrata, e qui scatta il secondo inghippo: denuncia per reato ambientale. L’affare comincia a ingrossarsi, anche se il cantiere riprende il lavoro sulle porzioni di aree rimaste libere. Ormai, però, l’impresa deve districarsi tra i disastri combinati e le zone ancora indenni, in una goffa riedizione del vecchio giochino del campo minato al computer. Comunque, gli ostinatissimi componenti del “Comitato Santa Cristiana” continuano a marcare stretto l’impresa, eccependo la scorretta pedonalizzazione del residence e, quel che più conta, portando alla luce l’irrisolto problema delle fognature, e siamo al terzo inghippo. Si scopre che inizialmente gli appartamenti dovevano deviare gli scarichi in salita, operazione che si rivela impossibile per chiari problemi tecnici ed orografici; allora si pensa di risolvere la questione con un condotto sotterraneo di circa 1,5 km. che avrebbe portato gli scarichi direttamente alla foce del Musone, solo che, nel progettarlo, ci si rese conto che c’erano dei sottopassi impossibili da aggirare. A tutt’oggi, non esiste ancora uno straccio di progetto di fognature per il cantiere e, nell’improbabile ipotesi che esso possa essere completato, sarebbe opportuno riservare le vendite a clientela di conclamata stitichezza. Dulcis in fundo, arriva la madre di tutti gli inghippi, e siamo al quarto: nel 2013 si ufficializza la crisi della Banca Marche, principale istituto finanziatore dell’investimento edilizio, aprendo la via che la porterà due anni dopo a quello che in altri Paesi chiamano fallimento, anche se da noi le banche possono andare unicamente in liquidazione coatta amministrativa, che, peraltro, è solo un modo più elegante (o ipocrita?) di chiamare la morte di un’impresa. E’ il culmine della storia: la tempesta perfetta. Con la fine della Banca Marche, si apre la caccia all’untore e nella rete finiscono tutti i pesci grossi, incluse le aziende del Lanari e del suo sodale in affari che, nel frattempo, aveva avuto in assegnazione, a seguito di una divisione interna di attività, la proprietà del cantiere di Marcelli, cui si premurò di cambiare la denominazione societaria. Quello che non muta è l’esito, infausto, delle rispettive avventure imprenditoriali, scandito a breve distanza di tempo. L’inchiesta della Procura di Ancona sul crack della Banca Marche è monumentale e investe anche le società dell’ormai decotto gruppo Lanari-Camiciola, per il quale vengono ipotizzati i reati di bancarotta fraudolenta, senza che, va detto, si sia ancora pervenuti ad una conclusione. Resta il fatto che la tormentata vicenda del cantiere incompiuto di Marcelli rappresenta una narrazione esemplare per significare l’approssimazione con cui sono prese tante decisioni che passano sulle nostre teste. In questa storia ci sono solo sconfitti: gli imprenditori, che sono andati incontro a un grosso fallimento, fra l’altro plurimo, avendo coinvolto le attività collegate; gli Enti locali, che hanno esposto a un grosso rischio ambientale una consistente zona di un litorale costiero già gravato da un’urbanizzazione forzata, dimostrando un’incapacità di visione a dir poco sconcertante; i dipendenti del Santa Cristiana, che contribuivano fattivamente alle fortune della struttura alberghiera, ritrovatisi senza lavoro da un giorno all’altro. Al danno, come spesso accade, segue la beffa, dato che l’iniziativa edilizia era stata denominata ”La Città Ideale srl”, mutuando il titolo da un notissimo dipinto rinascimentale, che ha avuto diverse raffigurazioni. La mia preferita, di autore sconosciuto, è esposta nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino e rappresenta un’algida piazza dalle perfette geometrie, il cui tratto forte è dato dall’assenza dell’uomo. Qui sì che non occorrevano fognature.

Nota: si precisa che la foto n.1  e n. 12 del set sono state riprese dalla rete e si riferiscono, rispettivamente, a una vecchia cartolina illustrata raffigurante un vista dal mare dell’Hotel “Santa Cristiana e alla riproduzione della “Città Ideale” esposta nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino.

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