NEIL SEDAKA: “No vacancy” (1958).
All day long I’m walkin’ ’round (no vacancy) – È da stamattina che sto cercando (tutto esaurito)
Le vicende di questo hotel sono strettamente legate a quelle dell’adiacente colonia Ipost, l’altra struttura che sovrasta una piccola frazione nell’Appennino toscano, non lontano dall’Abetone, di cui questo albergo scimmiottava il diminutivo declinato al femminile. Attivo dal 1980, il grand-hotel era destinato in prevalenza ad accogliere i familiari dei bambini ospiti della vicina colonia, di cui tentava di sfruttare il promettente avvio. Occupava stabilmente dodici persone oltre a dieci stagionali, ma nel 1992 l’attività cessò col fallimento del gestore della struttura. Da lì in avanti è stato un susseguirsi di aste per la vendita, andate puntualmente deserte; del resto, chi potrebbe avventurarsi a rilevare un complesso del genere, ormai inservibile per una destinazione qualsiasi? L’ingombrante hotel, della consistenza di circa 3.000 mq., resta a testimoniare le megalomanie imprenditoriali di manager improbabili e il mostro di cemento fa mostra di sé, sebbene assediato da una rigogliosa vegetazione, sovrastando le minuscole e ordinate case della frazione. Inutile dire che l’interno della struttura si presenta depredato e vandalizzato in ogni modo. Quel che rimane è solo perché non si è ritenuto utile asportarlo, ma si tratta davvero di poca cosa. Restano il grande piano terra, che prevedeva una sala congressi capace di 150 posti a sedere, e i due piani destinati alle 48 camere per una capacità recettiva stimata intorno alle 140 presenze, che sono stati saltuariamente occupati, dopo l’abbandono, come ricovero di fortuna da chi non poteva scegliere di meglio. Un monumento allo spreco, che probabilmente resisterà ancora per parecchi anni, fino a quando i cartelli “Pericolo di crollo”, affissi da tempo immemore per una burocratica difesa del sito, troveranno riscontro nello sbriciolamento del cemento armato.